Maundodé è un’espressione in lingua N’gambaye, una delle 100 lingue che si parlano in Ciad.
E’ il nome con cui gli amici Ciadiani hanno chiamato Carlo, il terzo dei figli di Paolo ed Emanuela, durante la loro permanenza a N’Djamena, la capitale del Ciad.
Significa “sono quello che sono grazie a loro” oppure “io non posso esistere, non posso essere quello che sono, senza di loro”. In altre parole, la persona, l’individuo, non può esistere senza gli altri, e gli altri danno spessore e significato alla sua vita, anche quando sono fra i più poveri ed emarginati.
E’ un nome che riassume un po’ il modo di essere di Paolo, che spesso in Ciad ripeteva “siamo insieme”, quando la realtà sembrava sopraffare qualsiasi sforzo di miglioramento.
Allo stesso modo, con questo ambulatorio, vogliamo “stare insieme: insieme ai malati, ai poveri malati (i più poveri dei poveri); insieme agli altri professionisti, e ai volontari. Perché ognuno di noi è quello che è grazie a tutti loro.